Aldo Fallai a Firenze

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La fotografia di moda, Aldo Fallai, Giorgio Armani, il Made in Italy: sono gli ingredienti di una bella storia che comincia come tante storie quasi per caso, quando un giovane Giorgio Armani incontra un altrettanto giovane Aldo Fallai. Sono entrambe alle prime armi, o quasi: è il 1975.  Fallai è un grafico che ha cominciato da poco a fotografare, Giorgio Armani ha appena cominciato a fare lo stilista, dopo aver fatto il vetrinista alla Rinascente; i due si conoscono e si capiscono. Il resto e’ storia.

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Una storia fortunata, perché si tratta di una simbiosi perfetta di stile e di visione, alla ricerca di bellezza e di eleganza. Armani crea, Fallai interpreta: utilizzando le luci  – che possono essere dolci e quasi flou, tali da far emergere i volti dei modelli come visioni, oppure a fortissimo contrasto, ad esaltare una classicità marmorea;

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oppure citando dai classici della fotografia di moda, come Edward Steichen e Herbert List, all’unisono con quanto andavano facendo negli stessi anni anche Madonna e altri artisti; 

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e ancora scegliendo con cura i suoi soggetti, che devono adesso incarnare i nuovi ideali di donna forte, libera e spavalda; e – new entry – di maschio sensibile, tenero e pure, al tempo stesso, sicuro. Non solo: Fallai li guida ad assumere pose che sono sciolte e vere, eppure sempre eleganti e chic.

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Anche se lavora con gli altri grandi creatori di moda del Made in Italy come Valentino, Versace, Coveri, è con Armani che Fallai dà il meglio, ed è questo lavoro che viene adesso celebrato dalla mostra retrospettiva appena aperta a Firenze.

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Questa prima antologica di Fallai, ideata da Luigi Salvioli, ad di Oltre la Moda, e da Marcella Antonini, è stata curata da Martina Corgnati e da Carlo Sisi e si divide in due sedi. Le sale di Villa Bardini, in cima a Costa San Giorgio, sono affollate (anche un tantino troppo) di fotografie di moda in bianco e nero, ristampate in grande formato.

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Si tratta per lo più di immagini celebri che appartengono alla memoria collettiva di tutti noi, perchè hanno fatto da sfondo agli anni Ottanta e Novanta, fino agli anni che stiamo vivendo; e come tali appartengono non solo alla moda ma alle storie delle nostre vite. Alle immagini più vintage e a quelle che istaurano un fittissimo dialogo con le ricerche di maestri americani – uno tra tutti, Herb Ritts – sono mescolati senza rispettare la cronologia, per enfatizzare il fil rouge di alta classe che attraversa tutta l’opera, anche lavori contemporanei, dei ritratti in bianco e nero di studenti dell’ Istituto Marangoni di Milano con i quali Fallai sta realizzando alcuni progetti.

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La seconda parte della mostra è ospitata al Museo Bardini in via dei Renai – che si raggiunge scendendo attraverso il meraviglioso giardino della Villa, davanti a un panorama superbo – e ci aggiorna su un altro filone delle ricerche recenti di Fallai. Si tratta di lavori a colori, creati per lo più in felice collaborazione con Antonella Nesi,  direttrice del Museo.

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Un’altra intesa che ha dato frutti: Fallai ha potuto giocare con i reperti d’antiquariato accumulati da Stefano Bardini nella sua lunga carriera di mercante d’arte, mettendo un modello dentro un’armatura medievale oppure esplorando la resa alla luce della stoffa antica di una camicia da notte di una suora leopoldina vissuta chissà quando.

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Quelli realizzati nel museo sono i lavori migliori. Altri, come i tableaux vivants, si mettono su una china pericolosa: giocare con Caravaggio, ancora ancora; ma andare a disturbare Pontormo forse non è una buona idea.

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In ogni modo, i lavori sono stati disseminati nel museo con grande sensibilità ed intelligenza – ammirevole la corrispondenza di amorosi sensi tra una fotografia di Fallai e un’opera del Volterrano, oppure con la tela del Guercino.

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Una sensibilità al dialogo con l’arte e con la problematica eredità del passato fiorentino che è stata ben sintetizzata dal titolo delle mostre e del catalogo:  Aldo Fallai, da Giorgio Armani al Rinascimento. Fotografie 1975 – 2013.

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http://www.margheritaabbozzo.com. Tutte le immagini sono di Aldo Fallai. Quelle delle istallazioni alla Villa e al Museo Bardini, e il ritratto di Aldo Fallai, sono di Margherita Abbozzo.

Fino al 16 marzo. Info pratiche qui

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Una risposta a Aldo Fallai a Firenze

  1. loscalzo1979 ha detto:

    Quasi faccio la combo quando vado a vedere Capa all’Alinari

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